Kublai domanda a Marco: − Quando ritornerai al Ponente,
ripeterai alla tua gente gli stessi racconti che fai a me? − Io parlo
parlo, − dice Marco, − ma chi m’ascolta ritiene solo le parole che
aspetta. Altra è la descrizione del mondo cui tu presti benigno
orecchio, altra quella che farà il giro dei capannelli di scaricatori e
gondolieri sulle fondamenta di casa mia il giorno del mio ritorno,
altra ancora quella che potrei dettare in tarda età, se venissi fatto
prigioniero da pirati genovesi e messo in ceppi nella stessa cella con
uno scrivano di romanzi d’avventura. Chi comanda al racconto nonè la voce: è l’orecchio.
italo calvino, le cità invisibili
8 comentários:
Vero: « chi comanda al racconto nonè la voce: è l’orecchio.»
Beijos
Vero!
;) Baci!
Mi piace davvero!
Beijo, bom fim de semana.
PS: O meu projecto começa já para a semana, espero que apareças ;)
e, afinal, 'quem conta um conto acrescenta um ponto', não é?
beijo grande, samy:)
ficamos com o que nos agrada, daquilo que ouvimos...
bjs., sophia:)
diogo, passo algum tempo numa simpática livraria italiana,lendo e, sobretudo, conversando com a dona, uma italiana muito simpática.
o teu projecto? claro! estarei lendo, descansa:)
Bem... espero que me perdoes Musalia, mas deixo apenas bacci.
:-)
quem não perdoa um anjo, ainda por cima, caído? ;) (adoro anjos caídos:)
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